Avete deciso che volete eliminare “i capillari”, ma non sapete bene quali tecniche si usano? Sperate che il risultato sia migliore con uno o con l’altra tecnica? Non sapete su cosa orientarvi? Allora, in questo post troverete risposta ad almeno parte delle vostre domande e vedremo se uno dà risultati più duraturi rispetto all’altro.
Innanzitutto, va precisato che per trattare le vene esistono due grosse tipologie di laser: una tipologia per le safene e una per i capillari.
Il primo tipo viene inserito nella safena e va a chiudere la vena DALL’INTERNO e per questo viene detto ENDOVASALE. L’altro viene usato DALL’ESTERNO: emette una piccolo “raggio laser” col quale si “colpisce” il capillare visibile sulla cute e viene detto “TRANSCUTANEO”. Questi due tipi di laser sono completamente diversi e non paragonabili, trattandosi di ambiti distinti.
Quello a cui farò riferimento in questo post è quello transcutaneo, per “i capillari”.
Premetto che, personalmente, non ho mai usato il laser transcutaneo: la mia unica esperienza è stata qualche anno fa, in cui mi venne messo a disposizione un apparecchio e feci un giorno di cosiddetta formazione sul suo uso: di seguito spiego perchè quella volta decisi, alla fine, di non usarlo.
Ciò che riporto è quello che ho sentito a molti congressi, detto da esperti di uso del laser e confermato da moltissimi colleghi che o fanno solo trattamenti laser (a vari scopi, come epilazione, macchie cutanee etc..) o fanno sia questo che scleroterapia.
COSA IMPORTANTE: se un gruppo di “capillari” è sostenuto da una vena che non funziona: che si trattino quei “capillari” con scleroterapia o laser, se non si tratta la vena “nutrice”, il trattamento fallirà comunque.
Il laser è nettamente superiore alla scleroterapia quando…
Il laser è assolutamente la prima scelta (se non l’unica) per tutti i capillari molto piccoli: genralmente quelli che possono residuare dopo un ciclo di scleroterapia oppure quelli del viso.
Personalmente ho sempre indirizzato al Collega che si occupa di Medicina estetica con laser, tutti i Pazienti che mi chiedono un trattamento sul viso.
Molto raramente ho indirizzato allo stesso Collega, Pazienti per una “rifinitura” della scleroterapia, perchè in linea di massima non ce n’è stato bisogno (indicativamente meno di 10 Pazienti in tutti gli anni di lavoro).
Il laser è una alternativa alla scleroterapia quando…
Il laser può essere applicato in alternativa alla scleroterapia per il trattamento dei capillari “rossi” di medio calibro.
Il trattamento laser è però notoriamente più costoso: l’apparecchio costa diverse decine di migliaia di euro (90.000, l’ultimo che ho visto) e quindi, ovviamente, il costo dei trattamenti è proporzionato a questo.
Inoltre, il trattamento laser è un po’ più “lento”. Questo dipernde dal fatto che, iniettando un liquido in un ramo venoso (scleroterapia), nel giro di pochi secondi quel liquido arriva a tutti i rami collegati. Il laser invece richiede che il “raggio” colpisca tutti i tratti da trattare. A seconda dell’apparecchio, si tratta “a spot” ogni 1-2 mm oppure si “scorre sul capillare”, come si vede in questo video:
..quindi pazienti con molti rami e rametti da trattare hanno bisogno di molto più tempo e sedute.. e questo è il motivo per cui io ho preferito lasciar stare qualche anno fa: per la maggior parte delle mie Pazienti, il ciclo sarebbe stato esageratamente lungo.
SITUAZIONE PARTICOLARE, ..che non sapevo bene dove inserire: PAZIENTE ALLERGICO al liquido sclerosante: molto, ma veramente molto, raro. In questo caso si può cambiare sclerosante ma, considerato che in Italia non abbiamo a disposizione moltissime molecole e che il più diffuso (polidocanolo) è tra i meno allergenici, passare al laser è la scelta più semplice.
Il laser NON funziona quando…
Tutti sono concordi sul fatto che il laser transcutaneo non è indicato per il trattamento di rami troppo “grossi”: quelle che vengono comunemente indicate come varici (che hanno un colorito verdastro o azzurrognolo nell’aspetto) o “i capillari” importanti (teleangiectasie di colorito viola scuro).
Come già descritto in altri casi, nulla vieta un utilizzo combinato di diverse tecniche. In questo caso vanno prima trattati i vasi di maggiore calibre, ovvero quelli che sostengono i “capillari” e che rappresentano il problema maggiore. Al laser si passa semmai in un secondo momento per i vasi di calibro minore.