Per molte di voi la scleroterapia corrisponde a un trattamento, con fini più o meno estetici, per trattare i cosidetti “capillari”.
Questo concetto non è sbagliato, ma DECISAMENTE SEMPLICISTICO.
In realtà la scleroterapia può avere valenza ESTETICA, se si vanno a trattare quelli che comunemente vengono chiamati “capillari” (e quindi le ultimissime diramazioni di una vena che “non funziona”) o valenza TERAPEUTICA, se si vanno a trattare vene dolenti (che fanno male) o vene che nel tempo possono dare problematiche maggiori (“sfiancare” una safena o dilatarsi eccessivamente ad esempio).
Nella pagina dedicata trovate il PDF con l’informativa completa (il consenso informato che faccio firmare alle Pazienti all’inizio di un ciclo).
In questo articolo spero, però, di fare maggiore chiarezza, spiegandovela con un linguaggio meno “medico” e scientifico, ma tuttavia più efficace nel rendere l’idea a chi è interessato:
la scleroterapia è l’iniezione di un liquido in una vena; questo liquido crea un danno sulla parete della vena, che (dopo una iniziale infiammazione) risponde come se si cicatrizzasse o “seccasse”: la conseguenza è che la vena si “chiude”, nel tempo necessario affinchè questo processo avvenga.
Se questo liquido è troppo poco concentrato, il danno sarà minimo e la vena non ne risentirà molto (ovvero si ripara senza bisogno di chissaquale reazione e non “si chiude”).
Se ben concentrato la vena “si chiude”, secondo il meccanismo già detto…
In alcuni casi, però, si ha un discreto danno, la vena “si chiude”, ma nel giro di un tempo variabile si ripara e riprende a funzionare (male); ovvero si riapre completamente o parzialmente.
Questo vuol dire che quella vena ha bisogno di una ulteriore applicazione.
Perchè alcune Pazienti risolvono con una seduta e altre hanno bisogno di più sedute?
Dipende ovviamente dal numero di vene da trattare, ma anche dal fatto che la concentrazione necessaria non è standard per tutti e, quindi, normalmente si inizia con una concentrazione media (cercando di limitarsi nell’estensione del trattamento) e poi ci si regola nelle sedute successive.
Inoltre la struttura stessa della parete venosa è estremamente variabile di paziente in paziente… tanto per capirci: c’è chi a parità di esposizione solare si abbronza e chi si ustiona, chi a parità di cena non riesce a dormire e chi “digerisce anche sassi”!
…in generale dico alle Pazienti che, paradossalmente, i “capillari” richiedono diverse applicazioni, mentre vene di calibro maggiore (quelle trattabili con scleroterapia) si risolvono con 1 o max 2 sedute.
Ma perchè, allora, non “spariamo direttamente col bazuka” una volta per tutte e risolviamo in un “colpo solo”?
“Dottoressa, ne metta tanto” o “dottoressa, ne usi uno molto forte, perchè le mie vene non si chiudono!” …me lo sono sentita dire tantissime volte
…il fatto è che esistono anche le complicanze della scleroterapia e bisogna tenerne conto!
Questo argomento merita però un articolo tutto suo…
Confido in un ritorno di giornate calde da goderci e, per il momento, ancora non riprendo la scleroterapia, ma si inizia ad organizzarsi…
A chi a settembre riprende qualcosa (e siamo in tanti) auguro
buon inizio scuola, inizio lavoro, inizio corsi vari etc…