Flebite, trombosi, embolo, varici… ma non sono la stessa cosa?!?

…che parole complicate, ma che cosa sono esattamente una trombosi o una flebite…, ma non è quando ti fanno male le vene?….

Non avete capito bene che differenza ci sia fra tutti questi termini?

Allora… questo sarà un articolo di didattica pratica …mooolto pratica, con linguaggio “da strada” accessibile a tutti: prima vediamo i termini e poi in che modo sono collegati.

TROMBOSI: indica il sangue che si coagula in un vaso: avete mai visto un “grumo” di sangue? …grumo è una parola piuttosto bruttina, ma a quanto pare esiste nel dizionario di italiano e rende l’idea meglio di “coagulo”. ..ecco …il sangue diventa di questa consistenza “gelatinosa” (tipo grumo) e non scorre più.

Ricordandovi che le vene riportano il sangue dalla periferia al cuore, faccio presente che il problema non è il fatto che non c’è più ritorno di sangue: il letto venoso è veramente molto ampio ed il ritorno venoso si ha lo stesso.

Il problema è che spesso, ma non sempre, alla trombosi si associa infiammazione delle vene , con dolore e gonfiore variabili (ma ripeto non sempre, tanto che a volte passa inosservato da parte del Paziente e lo scopre dopo anni)

FLEBITE: in medicina, il suffisso “ite” sta per un infiammazione acuta (non sempre, ma quasi)

e così gastrite è una infiammazione dello stomaco, artrite una infiammazione di una articolazione, polmonite una infiammazione nel polmone, faringite una infiammazione della faringe …il comune “mal di gola” insomma.

Flebite indica quindi una infiammazione della vena, in particolare della parete. In linea generale si associa ad una trombosi del vaso, …non sempre sempre, ma queste sono proprio dettagli e finezze un po’ complessi, sulle quali sorvolo per semplicità.

EMBOLO: genericamente con il termine “embolo” si indica un qualcosa che viene trasportato dal torrente sanguigno … un po’ come se ci fosse un tronco su un fiume.
Di solito questo qualcosa “scorre” finchè non trova un punto un po’ più stretto e si ferma, ostruendo completamente o parzialmente il passaggio… a volte si usa anche il termine “embolizzare”: ad es. un trombo che embolizza significa che da un trombo si è staccato un pezzettino e la “corrente sanguigna” lo trasporta altrove.

VARICI: sono banalmente le vene dilatate. Ne esistono delle altre, ma in questo caso facciamo riferimento alle varici delle gambe, che sono le vene del circolo venoso superficiale dilatate.

NB: La trombosi e l’embolo possono essere problematiche riguardanti anche il circolo arterioso: in questo caso determinano tutt’altri problemi, assolutamente non paragonabili.
Quindi qui mi riferirò solo al circolo venoso.

Com’è che tutti questi termini sono collegati l’uno all’altro?

Trombosi venosa: la trombosi venosa può riguardare il circolo venoso profondo o quello superficiale.

Quando interessa il circolo venoso superficiale (e quindi un asse safenico o suoi rami), si chiama trombosi venosa superficiale, ma molto spesso viene chiamata “tromboflebite” o addirittura con il solo termine di “flebite”.

Quando interessa il circolo venoso profondo, si chiama ovviamente trombosi venosa profonda. Spesso, soprattutto tra sanitari si indica solo con le iniziali TVP (tivupì)

In caso di trombosi venosa profonda, oltre alla sintomatologia a carico dell’arto, si ha il rischio che si stacchi un pezzettino di “coagulo” e, trasportato dal torrente sanguigno ( senza addentrarci in casi particolari), passa in vene più grosse, poi nel cuore e poi nel circolo polmonare: quindi il “primo filtro” che incontra sono i polmoni …lì infatti i vasi si suddividono in rami sempre più piccoli e l’embolo può ostruirne uno: parliamo quindi di embolia polmonare.
A seconda delle dimensioni dell’embolo può essere importante (anche mortale), oppure addiruttura asintomatica.

Questa complicanza (l’embolia polmonare) può capitare anche in conseguenza di una trombosi venosa superficiale, ma meno frequentemente, e quindi è solitamente considerata una problematica di minore importanza.

E cosa c’entrano le varici con tutto questo?

le varici vengono chiamate in causa perchè la trombosi venosa superficiale, alias tromboflebite, in questo caso chiamata anche varicoflebite, interessa spesso le grosse varici.

Ricordiamo inoltre che le vene profonde e superficiali sono collegate in diversi punti, e quindi una trombosi in una vena superficiale può estendersi fino ad arrivare al profondo.

Sommariamente possiamo quindi dire che avere varici aumenta senz’altro la possibilità di avere flebiti e di conseguenza aumenta leggermente anche la possibilità di avere trombosi venosa profonda.

CONCLUDENDO: dire “se non tratti l’insufficienza venosa, ti verrà un embolia e potresti morire” è assolutamente una forzatura…

Esiste certo questa possibilità, ma per fortuna, questa relazione non è così matematica (per fortuna, visto l’insufficienza venosa riguarda almeno il 30% della popolazione!)

Altra cosa è la trombosi… profonda o superficiale che sia: questa è un campanello d’allarme…
…il segnale che bisogna fare qualcosa e non è prudente lasciare a se stesso il problema delle varici.

Calza? Intervento? …ovviamente va sentito lo specialista.

Considerando le domande che mi vengono poste, sono certa di aver chiarito qualche dubbio a diversi Pazienti.

D’altronde sono proprio le domande dei Pazienti a suggerirmi gli argomenti da trattare…e gli spunti sono proprio un sacco!

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Gloria T. Leonardi

Questo sito è stato redatto con un linguaggio il più possibile semplice e divulgativo, al fine di fornire chiarimenti all’utente, in merito al mondo dell’insufficienza venosa e linfatica.

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Dott.ssa GloriaTeresa Leonardi | Specialista in Chirurgia Vascolare

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