Quella infermiera mi ha fatto venire una flebite!!!

…o un ematoma, a seconda delle occasioni… e la mia risposta è sempre “LE INFERMIERE DEI CENTRI PRELIEVO (ma non solo) HANNO TUTTA LA MIA SOLIDARIETA'”

Anche questa settimana ho avuto il Paziente con recente flebite, tipicamente ad un braccio, che parla della infermiera o infermiere che ha fatto il prelievo, come di “QUELLA/O CHE HA PROVOCATO QUEL MALANNO!!”.

Non voglio negare che qualche infermiera possa essere maldestra e nemmeno nego che qualcuna possa avere la “mano più pesante” di un’altra, tuttavia una flebite non va intesa necessariamente come una colpa…, ma vediamo il perchè.

Dunque, il nostro corpo ha molti sistemi per reagire a quelli che “lui” considera insulti esterni.

Se tocchiamo qualcosa che scotta in cucina, fa sentire dolore, in modo che rapidamente ritiriamo la mano ed evitiamo danni maggiori.

Se ci graffiamo potando le rose, ben presto si attiverà un meccanismo molto complesso che porta alla coagulazione del sangue li dove i vasi sono stati lesi. Diciamo che si forma un piccolo “tappo” che fa smettere il sanguinamento (“Siamo fatti così docet”). Dopodichè il nostro organismo “costruirà” tessuto nuovo per chiudere la ferita…  non solo: nella maggior parte dei casi riesce a debellare i germi che possono essere penetrati con la ferita (spine di rosa e coltelli non sono sterili!).

In sostanza la maggior parte di questi eventi sono piccoli “incidenti” che non hanno alcuna conseguenza (lo sa bene chi adora il giardinaggio o cucinare). Talvolta ad una piccola ferita o graffio può seguire una infezione, che può richiedere un trattamento (una pomata o addirittura una terapia antibiotica)… NON ESISTE UNA REGOLA: IL PIU’ DELLE VOLTE NON SUCCEDE NIENTE, MA A VOLTE CAPITA CHE UNA PICCOLA FERITA SI INFETTI… Qualcuno forse godrà nel dare la colpa a qualcun’altro …a chi ci ha regalato le rose, a chi ci ha costretto a cucinare o a chi ha lavato il coltello col quale ci siamo tagliati… ma in linea di massima non vale la pena scervellarsi troppo.

Ci si lava o disinfetta, a seconda della disponibilità di acqua e disinfettante, e se capita…pazienza!.. siamo esseri biologici, non macchine e nella stessa situazione possiamo avere reazioni diverse a seconda del momento, dell’età, del contesto etc…..

Ora, per prelevare il sangue da una vena, ad oggi… si fa con un ago …che deve penetrare prima la pelle e poi creare una minuscola breccia nella parete della vena. A questo punto, tramite la siringa (collegata all’ago), si aspira un po’ del liquido che vi scorre dentro, appunto il sangue da analizzare. Per il nostro organismo che sia un’ago, o uno spillo o una spina non fa differenza: per lui è una lesione. In questo caso è molto improbabile che subentri un’infezione, perchè l’ago è sterile e le infermiere normalmente passano un po’ di disinfettante sulla cute… per diligenti che siano, devono “bucare la vena con un ago” e da questo non ci si scappa. Quindi, seppur piccola la lesione, parte il “tappino” di sangue con un meccanismo che a volte è talmente efficace che da tappino diventa tappo e poi tappone = PICCOLA FLEBITE.

 

Naturalmente se qualcuno ha un’idea di come evitare questa piccola lesione e riuscire a prelevare del sangue senza bucare una vena (in condizioni normali ovviamente, non durante un intervento) può brevettarla e diventare famoso. NB. anche la puntura per la misurazione della glicemia segue al momento lo stesso principio… solo che la puntina è più piccola ed è costruita in modo da rimanere superficiale e “bucare” vasi molto più piccoli, non visibili ad occhio nudo… però è dura raccogliere i millilitri necessari per le analisi del sangue… provare per credere (scherzo! Non provate!)

E la “flebo” …semplice: per le cosiddette flebo (ovvero l’infusione di una soluzione in vena) l’ago viene posizionato non per qualche secondo, ma per ore o giorni… quindi è ovvio che il rischio che possa subentrare una flebite è più alto…

Già mi sembra di sentire “sì, ma prima non mi era mai successo!” …vabbeh ci sarà stata una prima volta che una ferita si è infettata un pochino, o che facendo qualcosa di routine sbattete e prendete una botta… anche in posti molto familiari, come in casa, in macchina etc… e si forma un’ematoma …Ah già l’ematoma!

In alcuni casi …l’organismo non è così efficace da formare rapidissimamente il “tappino” …e quindi un pochino di sangue fuoriesce dal buchetto nella parete della vena… e si forma un ematoma…

Insomma non si può pensare di fare un prelievo o una “flebo” senza  un minimo rischio di flebite o ematoma. NON PER COLPA DI CHI POSIZIONA L’AGO, ma perchè fa proprio parte della procedura.

Dal mio punto di vista, se dopo un prelievo o una terapia infusiva, …mi dovesse capitare una flebite o si forma un’ematoma? NON ESISTE UNA REGOLA: IL PIU’ DELLE VOLTE NON SUCCEDE NIENTE, MA SE CAPITA PAZIENZA  ..e, considerati i vantaggi del poterli fare, per fortuna che esistono!!

 

 

 

 

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Gloria T. Leonardi

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Dott.ssa GloriaTeresa Leonardi | Specialista in Chirurgia Vascolare

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